Sant’Elia profeta

20 luglio

Vive il Signore, alla cui presenza io sto!
1 Re 18,15

Chi è stato in San Pietro certamente avrà visto – magari senza saperlo – l’imponente serie dei fondatori: grandi statue, che raffigurano gli iniziatori delle principali famiglie religiose della Chiesa. Arrivati ai Carmelitani, si fa un balzo di quasi tremila anni: a rappresentarli infatti è il profeta Elia, che visse nel IX secolo avanti Cristo e che, specialmente nel mondo orientale, rappresenta il profeta per eccellenza, l’uomo della preghiera, il grande taumaturgo e, ancor più, l’amico di Dio.
Ovviamente Elia non è il fondatore dell’Ordine in senso giuridico; ma lo è in senso esistenziale: la vita che condusse sul Carmelo, consumata nella ricerca del Dio vivo e nella difesa del monoteismo, oltre che punteggiata di fatti straordinari, destò la stupefatta ammirazione dei contemporanei e accese in molti pii israeliti il desiderio di seguirlo e di imitarlo. Fu così che il monte si popolò di eremiti che, come attesta la Bibbia, venivano chiamati figli dei profeti e che costituirono una specie di comunità, molto simile – almeno nella sostanza – agli ordini religiosi così come li intendiamo oggi.

La Beata Vergine Maria

8 settembre

Tutta bella tu sei, amica mia,
in te nessuna macchia.
Vieni con me dal Libano, o sposa,
con me dal Libano, vieni!
Ct 4, 7-8

Ascoltatemi, figli santi, e crescete
come una pianta di rose su un torrente.
Sir 39, 13

Totus marianus est Carmelus. Questa tradizionale affermazione affonda le sue radici nel secolo XII, quando gli eremiti che vivevano sul Carmelo, desiderosi di assumere un assetto istituzionale, vollero essere ufficialmente chiamati Fratelli della Beata Vergine Maria: un titolo suggestivo, che richiama una consuetudine di vita spiccata e tenera. Ma procedendo a ritroso, scopriamo che già nel primo secolo dell’era cristiana esisteva sul Carmelo una cappelletta dedicata a Maria e che comunque il Carmelo era il monte della preghiera fin dai tempi del profeta Elia: vale a dire quasi trenta secoli fa! E ci piace ricordare che nella nuvoletta apportatrice di pioggia che Elia scorse dopo tre anni di siccità, l’esegesi medievale ha voluto vedere la prefigurazione di Maria, apportatrice della divina grazia dopo la lunghissima aridità portata dal peccato.
Il tratto mariano del nostro Ordine si è arricchito con il tempo di sempre nuove sfumature. Si può dire che ogni Santo Carmelitano ha colto e sviluppato uno degli aspetti della personalità della Madonna e lo ha vissuto, prolungando così nella Chiesa la inesauribile fecondità della Madre di Dio.

Santa Teresa di Los Andes

memoria: 13 luglio

Effonde il mio cuore liete parole,

io canto al re il mio poema.

Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo,

sulle tue labbra è diffusa la grazia,

ti ha benedetto Dio per sempre.

Salmo 44,2-3

Santa Teresa di Gesù di Los Andes (Juana Fernandez Solar) nasce a Santiago del Cile il 13 luglio 1900 da una famiglia benestante che le consente di avere un tenore di vita particolarmente elevato.

Bella, colta, intrepida cavallerizza e appassionata nuotatrice, amatissima dalla cerchia dei conoscenti, ancora adolescente Juana si lascia conquistare dalla bellezza di Gesù, che amerà con cuore appassionato e indiviso.

A 19 anni entra al Carmelo e dopo soli undici mesi di vita religiosa un violento attacco di tifo le apre le porte dell’eternità: muore ventenne (13 aprile 1920), dopo aver emesso la professione religiosa in articulo mortis.

La sua capacità di sorridere nella sofferenza, la sua instancabile ricerca di Dio, l’amore sponsale – soprannaturale e insieme affettuoso – che nutre verso Gesù e che impregna tutti i suoi scritti, le hanno valso il titolo di Santa Teresina americana.

Viene.

Prima santa cilena, è popolarissima in America Latina, ed è stata proposta come modello di santità per i giovani di oggi da Giovanni Paolo II, il Papa che l’ha canonizzata in Roma nel 1993.